Il mal consigliato Barton pensava ingenuamente di esportare il successo riscosso, per la prima volta nella sua carriera di sceneggiatore, dalla costa est alla costa ovest, dalla ricercata Broadway alla rozza Hollywood.
Ma quanto dev'essere frustrante, non soltanto, non riuscire a ripetersi, ma addirittura rischiare di fallire miseramente un incarico che fino a qualche giorno prima si riteneva alla portata.
Ma cosa ne volete sapere voi, gente comune, in cosa consiste il turbamento interiore di uno scrittore. Non lo potete minimamente immaginare. Voi meri esecutori di uno schema prestabilito per le vostre umili mansioni.
Beh, forse il saccente Barton ha avuto modo di ricredersi sulle proprie convinzioni. Nella testa di una persona "comune", il suo amico Charlie, ci ha alloggiato davvero, per un certo periodo (a day or a lifetime 😬). Non è stato certo come se lo prefigurava: un caldo torrido, un ronzio continuo e liquidi corporei in abbondanza. Nei lugubri ambienti dell'hotel Earle, si materializza, e di conseguenza Barton sperimenta sulla propria pelle, il disturbo mentale di un non più tanto comune assicuratore pacioso.
Il grande spavento libera la creatività del vessato Barton. Eppure il sogno era destinato ad infrangersi, come onda sulla roccia, sin dalle prime battute. Cosa gliene fotte al cinema di massa del taglio narrativo alla Barton Fink. Un cazzo.
Qualora non fosse già abbastanza chiaro, la sua musa consolatrice in costume da bagno lo desta con una certa schiettezza, parafrasando: Ma che sei scemo?